Caldaie: controlli truffa e confusione normativa
Il rischio dei controlli fasulli e le problematiche normative relative agli impianti termici: un chiarimento della Regione Emilia-Romagna.
ErmesConsumer.it,
il portale dei consumatori a cura della regione Emilia Romagna,
sottolinea una problematica sovente presente anche sui titoli di cronaca
locale dei nostri giornali.
Alla nostra porta di casa si possono
presentare falsi verificatori del funzionamento delle nostre caldaie,
magari spacciandosi per squadre comunali di Protezione Civile e
indicando una presunta obbligatorietà annuale. Se li faremo entrare nel
migliore dei casi avremo speso dei soldi per un controllo non richiesto e
magari non correttamente eseguito, nel peggiore metteremo a rischio
molto di più del nostro impianto termico.
Ma questi presunti check up annuali, continua l’articolo di ErmesConsumer,
sono un bluf, certamente controllare e verificare periodicamente la
nostra caldaia è necessario. Nessuno di noi è disposto a tollerare il
rischio di una disfunzione dell’impianto, anche se questo rischio si
traducesse solo nel perdere il caldo tepore casalingo durante l’inverno.
Come muoverci, allora, per salvaguardare insieme salute e sicurezza?
A questa domanda cerca di rispondere
Pieraldo Isolani, responsabile del settore Energia e ambiente di
Adiconsum: “Per la sicurezza non c’è alcuna frequenza obbligatoria da
rispettare. Bisogna osservare quanto prescrive il produttore nel
libretto delle istruzioni. Funziona esattamente come con il tagliando
dell’automobile. Se seguo le indicazioni del produttore, è più probabile
che il mio veicolo sia sicuro ed efficiente. Se, però, mi chiedono 500
euro per un tagliando, decido io se e quando farlo. Non è obbligatorio.
Lo stesso vale per la caldaia individuale”.
Un consiglio di Giampiero Colli, responsabile CO.AER
(Associazione Costruttori di Apparecchiature ed Impianti Aeraulici) sul
condizionamento, è quello di instaurare un rapporto di fiducia con il
manutentore e di controllare la caldaia appena possibile: “È nei primi
anni che si vede se un apparecchio va o no. Quella che chiamiamo la
mortalità dei prodotti si scopre all’inizio: se è una caldaia è nata
male viene fuori subito”.
In realtà una forma di controlli periodici dell’efficienza energetica degli impianti esiste ed è regolamentata dal Decreto Legislativo n. 192 del 19 agosto 2005.
Il
Decreto incarica le Regioni di eseguire i controlli con la “periodicità
che ritiene più opportuna” indicando, tuttavia, una frequenza minima.
Nel caso, ad esempio, degli impianti termici di potenza superiore a 35
kW, i cosiddetti impianti centralizzati, il controllo è annuale, nel
caso degli impianti più piccoli (ad eccezione di quelli alimentati a
combustibile solido o liquido) la periodicità dipende dell’anzianità di
servizio dell’apparecchio.
Nel caso di un impianto appena installato e collaudato la prima
ispezione deve avvenire dopo i primi quattro anni, per la seconda
bisognerà farne passare altri quattro. Stiamo parlando, è necessario
ricordarlo, di verifica dell’efficienza energetica e non di manutenzione
ordinaria.
Lo stesso Decreto, infatti, rischia di confondere le idee. Non
indica una periodicità uguale per tutte le Regioni e può essere
percepito come una legge relativa a manutenzioni obbligatorie.
A questo proposito interviene Moreno Barbani, responsabile della
Cna settore Installatori e impiantisti dell’Emilia-Romagna: “Chi ha
scritto il 192 non aveva una linea di ragionamento chiara, perché il
provvedimento è contraddittorio. I tempi della manutenzione sono dettati
dal costruttore dell’impianto o dell’apparecchio. Quindi, non si tratta
di controlli obbligatori ogni anno od ogni 4. Ma in molti casi queste
informazioni non esistono, neanche per le caldaie nuove. La conseguenza
di tutto ciò è la confusione del cittadino”.
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